daniele_baldelli_afro_notte_italiana_baia_angeli_cosmic_bill_brewster

Daniele Baldelli

Dal "metti-dischi" al dj come lo intendiamo oggi

a cura di Emanuele Zagor Treppiedi

Ci racconti qualche aneddoto divertente legato alla Baia, al pubblico che veniva a sentirti, ai gestori che ti sentivano suonare, a quello che ti raccontavano che succedeva fuori dal locale?
D.B.: Alla Baia succedevano tante cose che magari io non vedevo. Rimanevo per 5 o 6 ore dentro l’ascensore/consolle. Alcune volte qualche mio amico mi veniva a dire che nella pista c’era gente che inneggiava a Mozart, mentre invece in consolle c’ero solo io (Mozart era via per il servizio militare) e questo mi faceva parecchio incazzare.

mozart baldelli
Mozart e Baldelli alla Baia degli angeli

 

L’avventura della Baia dura 4 anni, dal 1974 al 1978, perché finisce? Dopo dove ti sposti? Cosa succede in Rivera con al chiusura della Baia? Quali sono gli altri locali che iniziano ad imporsi?
D.B.: Finisce per problemi di ordine pubblico, droga e il solito volume della musica. Immaginati due o tremila persone che alle sei del mattino in macchina o a piedi scendono nell’unica strada che porta al centro di Gabicce! Rumori, schiamazzi e anche gente alticcia che poi diventa maleducata e che si riversa anche sulla spiaggia dove i bagnini non sono così contenti di vederli arrivare. Riguardo alla droga: trovami un posto di grande aggregazione dove prima o poi non arrivano gli spacciatori. Se non ci fossero le discoteche, lo farebbero nei bar, se non ci fossero i bar lo farebbero alla stazione. Ma va bene anche il giardinetto sotto casa. Quindi lasciamo perdere l’argomento, la colpa è sempre delle discoteche! Quindi dalla chiusura del Baia ho attraversato un periodo oscuro, nessuno mi chiamava per paura del richiamo che rappresentavo per il pubblico della Baia.

Quindi dalla chiusura del Baia ho attraversato un periodo oscuro, nessuno mi chiamava per paura del richiamo che rappresentavo per il pubblico della Baia.

 
Così ho fatto io un tentativo di organizzare delle serate, di nuovo al Tabù, ma alla seconda serata i carabinieri ci fecero chiudere. Fortunatamente quella sera vennero, proprio al Tabù per incontrarmi, due persone che venivano a propormi un locale sul Lago di Garda: si trattava dell’apertura del Cosmic.

 

baldelli_console_cosmic
Daniele Baldelli alla prima consolle del Cosmic

Ci descrivi il Cosmic? Che differenze c’erano rispetto alla Baia e alla Riviera?
D.B.: Nelle intenzioni del proprietario il Cosmic doveva essere una palestra da ballo! Quindi niente posti a sedere, niente alcolici e la pista era quasi l’80% dell’intera superficie del locale. Il dancefloor era come quello dove ballava John Travolta nel film “Saturday Night Fever”, le colonne erano piene di lampadine come quelle dello Studio 54, la prima consolle aveva due mani che sorreggevano un casco spaziale come quella di “Thanks God it’s Friday”.
Era il 1979 e la musica che suonavo era ancora influenzata dalla mia permanenza alla Baia. Poi dall’80 in poi incomincia il grande cambiamento che ha fatto si che il mio modo di fare musica venisse etichettato come “Cosmic” (il termine afro era molto usato a quel tempo, anche se di afro c’era ben poco nei miei set).

Dal 1979 sei al Cosmic, fino a che anno rimani?
D.B.: Dall’aprile/maggio 1979 al novembre 1984

E dopo il Cosmic, dove vai?
D.B.: Alla chiusura del Cosmic – che chiude per gli stessi motivi della Baia – mi ritrovo in un altro periodo buio, pochi locali e poche date. Venivo chiamato sempre più spesso da vari locali che cercavano di sfruttare o di imitare il successo del Cosmic.

cosmic
Cosmic, pista e nuova consolle a forma di astornave

 

Tra la fine degli anni 80 e la fine degli anni 90 la Riviera diventa la patria dell’house, tu in quegli anni dove suonavi? Seguivi il clubbing di questo periodo?
D.B.: No io continuavo a seguire il mio istinto, musicalmente continuavo a comprare solo quello che mi piaceva. naturalmente c’era anche della house, ma stranamente io suonavo sempre il lato B.

Nell’87/’88 approdo di nuovo alla Baia, che era diventata Baia Imperiale. In un primo momento non ero nella main room – proponevo un “Cosmic” un po’ più leggero, sceglievo i pezzi più caldi, quindi un po’ di afro, funk, jazz, elettro con qualche inserzione di house. Avevo due piatti, tastiere, campionatore, Roland TR-909 e un archeologico Apple II/e che usavo per degli effetti. Ottenni un ottimo consenso e mi passarono nella main room (sala Zodiaco) dove si organizzò uno staff molto affiatato con Davide Nicolò, Gianni Parrini, Master Freez, T.J. Sanders, Alessia e tanti altri ballerini e performer.

 
Fino a che anno rimani ancora alla Baia?
D.B.: Credo proprio fino al 1989, forse Nicolò si ricorda meglio…

E che succede poi?
D.B.:Dal 1996 al 1999 sono stato al Fura di Desenzano del Garda ai tempi un locale della madonna. Facevo tutti i venerdì all’insegna dell’acid jazz, del funk e della disco, con uno staff da paura (al 90% portato da me) animatori e animatrici “vestite”, cioè quelle che slegano senza far vedere il culo! Samantha Wood, Momo B., Le Twin Sisters, Ruben, rapper e tantissimi altri. Oltre a loro c’era anche un gruppo live in sintonia con me, oppure musicisti singoli, basso , tromba, trombone e più spesso sax. é stato un altro momento veramente gratificante!

 
Qual è stata la tua prima data all’estero?
D.B.: Nel 2004 incominciarono ad arrivarmi varie richieste dall’estero e oltreoceano, ma a causa del mio terrore di volare ho sempre declinato. Così ho girovagato per l’Europa in treno (ricordo bene quanto tempo ho impiegato per fare un tour Goteborg-Stoccolma-Oslo). Comunque la mia prima data all’estero è stata a Londra al Plastic People. Una volta superato il problema del volo ho cominciato ad accettare tutte le richieste.
Ho fatto il mio secondo tour di sette date in Giappone a gennaio 2014 e il 2 agosto ho suonato al Moma PS1 per la rassegna Warm up, poi mi hanno chiamato in Australia per il Vivid Live Festival, al Flow Festival di Helsinki e all’Unknown in Croazia e lo scorso maggio ho avuto l’onore di suonare prima di Giorgio Moroder al Wired Next Festival a Milano.

 
La storia è fatta di corsi e ricorsi. Ora quel suono definito “Cosmic”, l’afro e il dub sono tornati, ma quali sono secondo te le novità musicali più interessanti dell’ultimo periodo? C’è qualche giovane che secondo te potrebbe fare strada?
Non riesco a seguire molto cosa succede intorno a me, non ho ancora conosciuto qualche emergente degno di nota, ma ribadisco che non ho molto tempo da dedicare a questo argomento, ma spero vivamente che si sia qualcuno in giro!