Baia degli angeli / Baia Imperiale

Prima di trasformarsi in Baia Imperiale (con il colonnato romano che tutti riconoscono) questo locale ha fatto la storia come Baia degli angeli.

Se dovessimo segnare su una linea temporale il momento in cui in Italia nasce il clubbing o la discoteca – per come li intendiamo più o meno oggi – quel momento sarebbe il 29 giugno 1975, quando a Gabicce lo sporting club per soci diventa Baia degli angeli: la disco per tutti che segnerà la storia. Continueranno a esistere circoli, dancing, balere, dopolavoro e night, ma quelle sono tutt’altra questione e lì il ballo è legato al lavoro contadino, prima, e operaio, poi. Nel suo libro “L’orda d’oro” Primo Moroni affronta questa dinamica antropologica italiana, che poi viene riassunta all’inizio del libro “Discoinferno” da Carlo Antonelli e Fabio De Luca.

Neanche l’America ha avuto un posto come la Baia degli angeli: un’ex palestra affacciata sul mare con piscine, terrazze e sale da ballo con tanto consolle in un’ascensore di vetro. Giancarlo Tirotti, l’imprenditore che ha dato vita alla Baia, è stato più visionario di Steve Rubell dello storico Studio 54, che aprirà solo nel 1977.
L’America era d’altro canto molto vicina visto che diversi attori o cantanti passavano dalla Baia, in primis Grace Jones, ma soprattutto perché i due dj resident, Tom e Bob, erano americani e suonavano solo dischi d’Oltreoceano che si facevano puntualmente spedire. Era tutta roba disco, dance, funk e il primo Philly Sound che non si sentiva negli altri locali, dove per di più vigeva la regola di tre dischi veloci e tre dischi lenti. Alla Baia era tutto un flusso di suoni continuo, a volumi altissimi fino alle 6 del mattino: era l’unico locale che ti permetteva di vedere l’alba. Inutile dire che alla Baia non ci si faceva mancare alcun vizio.

Quando termina il contratto, Tom Sison e Bob Day tornano in America e lasciano l’ascensore a Daniele Baldelli, che avevano già sentito al Tabù Club di Cattolica, e a Claudio Rispoli aka Mozart, reclutato da un altro dei soci della Baia e che suonava al club New Jimmy, sempre nei pressi di Gabicce. Al funk e alla disco si uniscono a altri ritmi più elettronici dei Kraftwerk, le sviolinate di Jean Luc Pony o i suoni lisergici dei Pink Floyd. Il successo del locale non si ferma anzi, complici le cassettine su cui vengono registrati i dj set e i racconti di bagordi conclusi a mattina inoltrata con la colazione al Columbus di viale Ceccarini, raggiunge sempre più persone.

Il successo del locale non si ferma anzi, complici le cassettine su cui vengono registrati i dj set e i racconti di bagordi conclusi a mattina inoltrata con la colazione al Columbus di viale Ceccarini, raggiunge sempre più persone.

Macchine ovunque: 2Cavalli e Squali Citroen, Dyane, Renault 4, Maggiolini Volkswagen, 128, 500 e motorini tutti con l’adesivo della Baia. Si registrano i primi problemi di ordine pubblico, legati ad alcol, droga e gente collassata. I proprietari della Baia si difendono asserendo di non essere responsabile dei non-clienti.
Altre due stagioni d’oro con Baldelli e Mozart, 1977 e 1978, ma nel 1979 viene trovato un ragazzo morto per overdose nel parcheggio. È il motivo per cui la Baia viene chiusa, vittima del suo stesso successo. Riapre qualche mese dopo ribattezzata Nephenta, ma non funziona.

Nel 1985, dopo che i lavori di ristrutturazione l’hanno resa un’enorme villa romana emulando qualcosa che non le appartiene, riapre come Baia Imperiale. Baldelli con Davide Nicolò, Gianni Parrini e altri la riprendono in mano nel 1987 restituendole un successo sì discreto, ma di molto inferiore a quello di 10 anni prima. Dal 1999 ogni terzo sabato di giugno si tiene il Remember Baia degli angeli con un Baldelli sempre in stato di grazia. E l’angelo riprende a volare e sorridere nella notte.