NicoNote Morphine 2001 © Enrico De Luigi

NicoNote Morphine 2001 © Enrico De Luigi

NicoNote

Cantante, performer e soprattutto curatrice del non-luogo che si nascondeva all'interno del Cocoricò

a cura di Giovanna Silva per il suo progetto Nightswimming

Abbiamo parlato di spazi, parliamo ora di figure. Al Morphine hanno collaborato Laura Betti, Romeo Castellucci, Roberto Cacciapaglia e molti altri, persone che lei è riuscita a trasportare magicamente all’interno di un ambiente a loro estraneo, la discoteca. Come sono avvenute queste collaborazioni?
NN.: Mi interessava che fosse un gesto artistico complessivo, invitavo ad abitare lo spazio nell’idea dell’evento globale. Ho invitato figure che ritenevo interessanti da far incontrare a un pubblico, anche occasionale, figure che rappresentavano ogni volta in modo diverso declinazioni di una presenza nel panorama contemporaneo. E credo che i miei ospiti abbiano avvertito questa unicità di visione accogliendola.

Laura Betti diede forfait. Mi telefonò il giorno stesso in cui l’attendevamo – ed era già in programma da mesi – per dirmi che era malata e non venne. Fu comunque un incontro speciale e ricordo come fu subito molto divertita all’idea e si stupì della richiesta.

Prima che esistesse il Morphine, per il mio primo progetto di collaborazione con il Cocoricò, per il capodanno 1993, avevo proposto la Societas Raffaello Sanzio, con performance unica “per un capodanno la prima e ultima volta in discoteca”. Con Romeo Castellucci ho lavorato come attrice a sue produzioni e siamo in contatto da tanti anni, ci sono amicizia e stima, la sua conoscenza e il suo gusto musicale sono davvero incredibili e gli chiesi se voleva venire a fare un djset al Morphine, credo si sia divertito.

 

Roberto Cacciapaglia è un maestro del suono e di una visione molto profonda legata ad esso e alla condivisione; m’interessava proprio condividere questa presenza. Alcuni amici mi hanno messo in contatto con lui e la sua risposta è stata intensa. Poi il nostro incontro si è sviluppato e anni più tardi mi invitò a preparare un concerto che presentai nella basilica di san Marco in Brera, una suite dedicata ad Ildegarda di Bingen.

Credo che anche chi non mi conosceva personalmente raccolse l’invito che ponevo perché avvertiva l’esigenza di creare qualcosa di unico proprio nello straniamento della proposta.

Manlio Sgalambro, anche lui divertito dalla mia telefonata, tenne un reading di suoi scritti poetici e filosofici, con estremo rigore, con un pubblico variopinto e improbabile, ma proprio per questo interessante. Siamo rimasti in contatto e in grande empatia; lo considero una voce altissima del connubio poesia, filosofia, musica in Italia.

Arto Lindsay era in tournée in Italia e aveva un giorno off. Avevo rapporti con il suo manager di New York – perché avrei voluto portare Dj Spooky al Morphine, il manager curava anche Lindsay e quindi me lo propose. Lui si prestò con entusiasmo e propose una solo guitar improvisation bella tosta. Molto divertente. E anch’essa straniante rispetto alla discoteca, al concetto di discoteca.

Enrico Ghezzi è amico dei Krisma, che collaboravano spesso con il Cocoricò per la parte video. Con lui sviluppammo spesso degli appuntamenti, un vero bomber!

Piero Pelù, amico e collega dai tempi dell’underground fiorentino anni 80, ci regalò un dj set unico e irripetibile.

Tantissimi ospiti, in 13 anni di programmazione: da Marion D’Amburgo a Morgan, da Roger Eno a Faust’ò, da Asia Argento a Hector Zazou, da Blaine Reininger a Howie B, passando per Aphex Twin piuttosto che da Barbara Alberti, Lama Ganchen e Marina Ripa di Meana, oppure Vince Vasi, Zapruder, Georgina Starr e tanti altri.
Il punto di partenza non era lavorare sulla discoteca, ma sull’idea di club legato al concetto di tempo liberato, con radici nella beat generation e nell’estetica Camp definita da Susan Sontag.
Ho cercato di esprimere l’idea di uno spazio utopico. Ho puntato sulla diversità sfruttando il fatto di essere all’interno di una grande azienda che produceva divertimento per un grande mercato.

Ho cercato di esprimere l’idea di uno spazio liberato, utopico. Ho puntato sulla diversità sfruttando il fatto di essere all’interno di una grande azienda che produceva divertimento per un grande mercato.

Per me il concetto era un’idea di TAZ – Temporary Autonomy Zone.

Gli artisti accettavano, sentivano la forte motivazione e l’energia di ciò che proponevo. Probabilmente questo corto circuito, tra un invito motivato proprio esteticamente e il luogo discoteca, ha affascinato i miei referenti, così come affascinava me. Il mio approccio è ed è sempre stato di ricerca artistica, un gesto di suono, clima e happening. Nella condivisione. Ubi motus ibi fluxus.

 


Giovanna Silva
Giovanna Silva vive e lavora a Milano. Come fotografa, ha esposto alla Biennale del 2006 il suo lavoro su Bogotà, Colombia. La sua prima pubblicazione è “Desertions”, (a+m bookstore) cronaca del suo viaggio americano con il designer Enzo Mari. Dal 2005 al 2007 ha collaborato con la rivista «Domus» mentre dal settembre 2007 al settembre 2011 è stata photoeditor di «Abitare». Ha fotografato Renzo Piano e Zaha Hadid per i numeri speciali di «Abitare» “Being Renzo Piano” e “Being Zaha Hadid”. Nell’ottobre 2011 ha pubblicato “Orantes”, Quodlibet; nel luglio 2012 “Narratives/Relazioni: Baghdad, Green Zone, Red Zone, Babylon”, Mousse Publishing e nell’ottobre 2013 “Narratives/Relazioni: Libya: Inch by Inch, House by House, Alley by Alley”, Mousse Publishing. Ha partecipato alla 14esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con il progetto “Nightswimming, Discotheques in Italy from the 1960s until now”.

 


NicoNote
NicoNote aka Nicoletta Magalotti performer / metteur en scene / ideatrice di spazi – ha sviluppato un personale linguaggio tra musica e performance dando vita a un gruppo di lavoro mobile e interdipendente. Agisce in territori molteplici legati al teatro, alla musica, alle installazioni e al nightclubbing sperimentando diversi linguaggi dello spettacolo vivente. Avvicinatasi al teatro giovanissima, negli anni Ottanta è la cantante del gruppo wave Violet Eves e a partire dagli anni Novanta inventa spazi non convenzionali tra cui il Morphine (all’interno del Cocoricò di Riccione) luogo di radicali esperimenti performativi e musicali. Recentemente è stata ospite alla Fondation Cartier per l’arte contemporanea di Paris. Il suo spettacolo più recente, “Emotional Cabaret”, suite di teatro musicale espressionista elettroacustico, ha debuttato al Teatro La Fonderìe di Le Mans, in Francia, nell’aprile 2014. Come attrice è stata diretta da registi quali Romeo Castellucci di Societas Raffaello Sanzio, Patricia Allio, Maurizio Fiume, Francesco Micheli e altri. Il titolo del suo album più recente è “ALPHABE DREAM” uscito per Cinedelic Records/Audioglobe 2013; è stato composto con il producer francese Mikael Plunian. Ubi Motus , Ibi Fluxus.

www.niconote.net