Alberta Cuccia ©, Carlo Caldini Gruppo 9999 (Space Electronic)

Alberta Cuccia ©, Carlo Caldini Gruppo 9999 (Space Electronic)

Carlo Caldini (Gruppo 9999): viaggi verso lo Space Electronic

Il contributo audio-video dell'architetto radicale alla Biennale dove racconta l'esperienza che ha portato lui e il Gruppo 9999 a progettare lo Space Electronic

a cura di Emanuele Zagor Treppiedi

Carlo Caldini frequenta la Facoltà di Architettura di Firenze e mosso da un’instancabile curiosità studia molto, vince diverse borse di studio e viaggia parecchio.
Importantissimo fu il viaggio in India dal 13 Agosto al 23 dicembre 1964, insieme a Mario Preti e Walter Natali, compagni di corso del terzo anno. Partirono a bordo di un furgone Volkswagen, appositamente attrezzato e attraversarono Iugoslavia, Grecia, Turchia, Iran, Pakistan, India, Nepal, Afganistan, Iraq, Syria. Lo scopo era quello di studiare la città di Chandigarh in India progettata da Le Corbusier ed altri centri moderni e storici dell’India del Pakistan dei vari paesi attraversati.

Chandigarh
Chandigarh

Si laurea nel 1966 con la tesi “Nuovo insediamento universitario a Firenze”.
Per incarico del Collegio di Amministrazione della Università degli Studi di Firenze, collabora alla stesura del bando di concorso e al piano di acquisizione di aree per il nuovo Polo Scientifico dell’Università di Firenze. Grazie ai finanziamenti del CNR, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero della Pubblica Istruzione e al contributo di una borsa di studio Fullbright concessa dal Governo degli Stati Uniti, nel 1967, partecipa a un viaggio e programma di ricerca negli Stati Uniti d’America e Canada con lo scopo di studiare le strutture architettoniche dei centri universitari più moderni. L’organizzazione era curata dal Coucil on Leaders and Specialist, Bureau of Educational and Cultural Affair e da l’American Commission for Cuiltural Exchange with Italy.
Carlo Caldini ha visitato più di 40 centri universitari, di cui ha incontrato i progettisti, gli specialisti e ha assistito a numerose conferenze.

Sempre nel 1967 insieme a Giorgio Birelli, Fabrizio Fiumi e Paolo Galli forma il Gruppo 9999.
Nell’estate del 1968 il gruppo inaugura il proprio studio in campagna alla periferia sud di Firenze vicino a Porta Romana. Collocato al piano terreno di una villa fattoria in cima alla collina di Marignolle.
Da una parte gli olivi, le vigne, la natura con i suoi armoniosi suoni confusi con le voci dei contadini intenti al lavoro dei campi e dall’altra la musica, il teatro, gli esperimenti e gli incontri con il mondo allo Space Electronic, progettato nel 1969.

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Gruppo 9999, The Vegetable Garden House @ Space Electronic

La natura con i suoi delicati equilibri e le sue armonie affascina e coinvolge sempre più il 9999 nelle sue quotidiane osservazioni, mentre il mondo sembra dominato dalla tecnologia come se fosse una divinità che lo governa senza che nessuno si accorga dei danni irreparabili prodotti alla natura. “Dobbiamo voler più bene al nostro pianeta!” E il 9999 lancia il proclama che esprime la sua filosofia

RILASSATEVI. Immensi cicli energetici sostengono la nostra vita in una sottilissima pellicola della terra. La nostra esperienza dipende solo dalle forme di vita, dai fenomeni conosciuti e sconosciuti che si manifestano con l’armonia e l’eleganza della natura. L’uomo e il suo ambiente sono al centro della ricerca del gruppo 9999 che nei suoi progetti esprime
l’ipotesi fondamentale di un equilibrio tra progresso scientifico e natura. Questo avviene grazie a una tecnologia altamente sofisticata, purificata da rifiuti e inquinamenti, che opera esclusivamente a servizio e protezione dell’uomo e del suo ambiente.

Non è un caso quindi che l’opera più riconscibile del Gruppo 9999 è il Vegetable Garden House esposto anche al MoMA di New York per la mostra “The New Domestic Landscape” (mostra e installazione a cui fa riferimento anche Catharine Rossi)

Nell’inedito contributo audio-video che segue, presentato in Biennale il 30 agosto 2014, Carlo Caldini racconterà come tutte queste esperienze, l’università, i viaggi, la natura, la tecnologia hanno influito nella progettazione dello Space Electronic.